venerdì 7 maggio 2010

Ciao Amoremio, sono andata a trovare Tua zia Anna, oggi.
Abbiamo passato 3 ore a parlare fitto fitto. Immagina di chi?
La dolcezza dei suoi occhi mi commuove sempre. Lei che ha avuto perdite così devastanti, che ancora soffre, che ha il cuore martoriato dal dolore, riesce comunque ad avere attenzione e affetto per il dolore degli altri, in questo caso il mio.
Mi lascia piangere, sfogarmi, imprecare; conosce in ogni piega ciò che sto provando, mentre io non posso nemmeno lontanamente immaginare cosa provi lei che ha perduto 2 figli e il marito. Mi chiedo come si possa sopravvivere a tanto strazio, e lei mi risponde sempre "purtroppo, di dolore non si muore".
Sto bene quando sono lì, in quella piccola cucina, a farmi tenere le mani tra le sue; mi guarda con quei suoi profondi occhi azzurri, m'incoraggia a parlare, a chiedere, a spiegare cosa provo. Sono quasi imbarazzata di farmi vedere così triste da una persona che ha dovuto sopportare per ben 3 volte il dolore che io sto provando ora, per la prima volta. Ma lei mi rassicura, mi accarezza, non mi sgrida, non mi dice "sù, sù, devi reagire".
Lei sa, meglio di qualsiasi altro, quanto grande è il vuoto che dilaga nel cuore e nella testa. Quanto inutile ci sembri il tempo; quanto beffardo il destino; quanto incomprensibile e crudele la vita.
Mi sento profondamente compresa, e benvoluta. Tu eri il nipote preferito, quello che andava a trovarla più spesso, che si ricordava sempre di portarle un libro, che la lasciava parlare buttando fuori tutta la rabbia che ancora ha nel cuore.
Come darle torto? aveva una famiglia bellissima, ed è rimasta sola.
Come capire e accettare una sorte che per ben 3 volte bussa alla tua porta e ti rapisce gli affetti più cari, la ragione stessa della tua vita?
Infatti, lei ancora non lo capisce e oggi mi ha detto "credo che anche in punto di morte, le mie ultime parole saranno *perchè*???"
Tu ora sei con Alessandro e Tiziano, i suoi figli partiti troppo presto.
Mandate un segno a questa mamma straziata, aiutatela in qualche modo.
Tornando, ho pensato a quante volte hai percorso quel pezzo di autostrada.
Ad un certo punto, avevo dietro me una macchina uguale alla Tua, e al volante c'era un uomo che teneva il gomito appoggiato al finestrino, proprio come facevi sempre Tu, e un pochino Ti assomigliava. Ho rallentato per poterlo guardare meglio, per avere - per un attimo -l'illusione che fossi Tu a seguirmi ... guardavo nello specchietto retrovisore e quell'illusione era lì, a pochi metri. Poi la macchina ha svoltato, proprio come avevi fatto Tu quella domenica sera ....e la piccola illusione è sparita, proprio come Te ...

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