giovedì 1 luglio 2010

Ciao Amoremio, inizia luglio ... il mese del Tuo compleanno ... sarà il primo anniversario importante da ricordare, sarà un altro giorno difficile, un po' più difficile.
Gli altri anni, a quest'ora, stavo già rompendomi la testa in cerca del Tuo regalo, di quel qualcosa che non fosse troppo banale o scontato, ed era sempre più difficile trovare quello giusto, quello che Ti avrebbe sorpreso. Mi piaceva tanto riuscire a sorprenderTi, l'espressione del Tuo viso mentre aprivi il pacchetto valeva tutti gli sforzi fatti. Sembravi un bambino, eri un bambino in quelle occasioni.
Eri davvero ancora capace di sorprenderTi e di entusiasmarT come un bambino, adoravo questo lato infantile e ingenuo del Tuo carattere; da uomo tutto d'un pezzo, di gran temperamento e con le idee sempre chiare, Ti potevi trasformare in un ragazzino davanti ad un nuovo gioco, ad una torta al cioccolato, ad un regalo inatteso, ad una piccola cosa dedicata a Te. Non davi mai un valore commerciale a ciò che ricevevi, ma solo il valore sentimentale di quello che rappresentava, e apprezzavi sempre il pensiero prima ancora dell'oggetto.
Quest'anno non andrò in giro per negozi a cercare un'idea, anzi l'idea geniale.
Mi sono cambiata la macchina, lo sai vero?
Sto aspettando a giorni quella nuova e già guardo con nostalgia questa che se ne andrà in mano di chissà chi.
Quanti bei viaggi, quanti km, quanti posti abbiamo raggiunto con il nostro pachiderma.
Così ingombrante e così comodoso.
Ci facevamo stare dentro bagagli e borsoni, il mini-frigo, le sdraiette se vedevamo un bel posto dove fermarci. Dopo poche ore che eravamo partiti, i sedili posteriori erano già pieni di sacchetti e di scorte: l'acqua, la coca-cola, la sweppes, patatine e tucs, un po' di frutta comprata lungo la strada, biscotti e cioccolato. In pochi giorni, sembravamo dei profughi, ma quante risate in quella macchina.
La radio sempre accesa per ascoltare le informazioni sul traffico, ogni tanto una canzone e Tu che fischiettavi contento come un bambino.
Spesso guidavo io, sai che mi annoio a fare la passeggera, e a Te non sembrava vero di poterTi allungare comodamente sul sedile accanto e magari schiacciare un pisolino. Se eri sveglio, invece, osservavi tutto: il paesaggio, le case, i ponti, certe minuzie che solo Tu riuscivi a scorgere, attento come sempre a tutto.
Sai? ancora adesso mi succede di voltarmi verso quel sedile passeggero e di immaginarTi seduto accanto a me, con gli occhiali da sole, una sigaretta in bocca, e il pacchetto dei crackers in mano.
Guardo il Tuo sedile e Ti vedo proprio. Se Ti accorgevi che Ti stavo osservando, mi guardavi sornione, mi facevi quel Tuo sorriso irresistibile e Ti allungavi subito a darmi un bacio ... poi mi prendevi la mano che tenevo appoggiata al bracciolo o mi appoggiavi la Tua sulla gamba. Cercavi sempre un contatto fisico, avevi bisogno di sentirmi.
Com'erano belle quelle partenze, per un breve o lungo viaggio!
Ricordi? appena salivamo in macchina, ci dicevamo "buone vacanze, Amore" e ci sembrava di andare chissà dove, chissà per quanto ... anche se era roba di pochi giorni.
Il rituale prevedeva di fermarsi al primo autogrill che incontravamo: un caffè, i primi acquisti alimentari, spesso e volentieri un libro; la sosta in autogrill  era proprio la conferma che stavamo partendo, ci dava già il gusto dei giorni che avremmo trascorso insieme e lontani dai soliti posti, dai soliti problemi.
Che eccitazione preparare il nostro itinerario, a grandi linee, e poi lasciare tanto tempo da usare come volevamo, secondo il desiderio del momento. Mai troppo organizzati, mai senza avere un'idea precisa.
Erano proprio vacanze, Amoremio. Vacanze della mente, del cuore, del corpo. Era uno stato d'animo, prima ancora che un viaggio. Per questo penso che vacanze così non ne farò mai più, nemmeno se andassi nel posto più bello del mondo.
Ero con Te e anche se mi avessi proposto di andare in Papuasia, Ti avrei seguito.
Perchè eri uno spirito libero e curioso, ma che calcolava sempre i rischi e gli imprevisti.
Perciò, se mi avessi detto "andiamo in Papuasia", Ti avrei risposto sicuramente "ok"; sapevo di poter stare tranquilla, di potermi fidare di Te, di essere al sicuro in qualsiasi situazione ci fosse capitata.
C'eri Tu al mio fianco e tanto mi bastava. Non Ti facevi prendere dal panico, riuscivi sempre a calmare la mia incertezza e a trovare una soluzione. Quanto mi manca quella totale sicurezza!!!
Dunque, se ne andrà la nostra macchinona e ne arriverà una più piccola, più giusta per me.
Ormai, grandi viaggi non ne farò più ... forse non ne farò nemmeno di piccoli.
Mi angoscia da morire l'idea di passare l'estate qui, di vedere tutti partire, di avere tanto tempo vuoto, più vuoto del solito, di immaginare gli amici che vanno a fare quel che io e Te non faremo mai più.
Ma non sono capace nemmeno di immaginare dove vorrei andare nè cosa vorrei fare .....
Senza Te non riesco ad immaginare più niente.

2 commenti:

  1. Quanti ricordi....e sai una cosa? più essi sono belli e più diventa difficile accettare una nuova realtà senza di loro, loro che coloravano la nostra esistenza....loro che rendevano tutto magico......e adesso....ci restano solo questi ricordi meravigliosi che da una parte ci fanno compagnia ma dall'altra ci mettono di fronte alla triste realtà che loro non saranno più fisicamente accanto a noi.ti voglio bene.

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  2. I ricordi sono ora il nostro tesoro più prezioso. Se sono stati così belli, diventano motivo di orgoglio e di struggimento; orgoglio per averli potuti vivere, struggimento per non poterli più ripetere. La mente e il cuore scorrono questo "filmato" del passato e si rifugiano nella dolcezza di quei momenti perfetti.
    Ti abbraccio, ti voglio bene
    Chiara

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