giovedì 8 luglio 2010

Ecco, Amoremio, un altro pezzettino della nostra storia è andato.
Oggi ho consegnato la Chica, e ho preso la macchina nuova.
Nessun ricordo, su questa. Nuova in tutti i sensi.
Mi chiedo se chi acquisterà la Chica, potrà mai immaginare quante ore felici abbiamo passato lì dentro.
Una macchina può essere - ed è - molto più di una macchina. La Chica lo era.
L'ho salutata con un po' di malinconia, sentivo che stavo consegnando qualcosa che non era stato solo un mezzo di trasporto, ma un mezzo per portarci verso altri luoghi, verso giorni di vacanza, verso la spensieratezza. Hai dormito su quei sedili, hai preso in mano quel volante, hai stipato il bagagliaio di valigie e borse, hai fatto tante volte il pieno, hai regolato mille volte gli specchietti e il sedile ....
Mi sembra che sto dando un sacco di addii, quest'anno: uno - il più tragico - non sarà mai un addio, ma un arrivederci; gli altri sono tutti quei piccoli e grandi cambiamenti che devo mettere in atto per continuare la mia strada senza Te. Anche quando hanno venduto la Tua macchina, ci ho sofferto, ma poi mi sono accorta che era un sollievo non vederla più al solito posto, sotto la tettoia. Troppa la sofferenza di illudersi che la macchina lì significava che lì c'eri anche Tu e sapere che non era vero.
Bisogna farsi violenza e sapersi allontanare da quegli oggetti che richiamano continuamente la vita di prima, quella che non ci sarà più. Tutto ciò che avevo - che continuo ad avere - di Te, è gelosamente e protettivamente chiuso nel cuore. Anche tante cose materiali Tue sono qui in casa, ben riposte e che mai se ne andranno: il mio grande tesoro. Mi basta guardare la Tua calligrafia su un bigliettino trovato nella tua borsa di lavoro, e il cuore fa una capriola. Mi basta sfogliare uno dei Tuoi tanti libri, e sfiorare con delicatezza quelle pagine che hai voltato, per sentire il calore della Tua mano. Mi basta toccare una Tua camicia per percepire ancora la solidità del Tuo corpo. Guardo le Tue scarpe e vedo ancora come incrociavi i piedi quand'eri seduto, o vedo il Tuo gesto per slacciarle.
Sai che andrò qualche giorno in montagna con tutta la truppa dei Tuoi cugini? chi l'avrebbe mai immaginato.
Noi che ne stavamo bene alla larga, tanta era la voglia di starcene soli e godere di noi, non siamo mai andati in montagna quando c'erano loro, ed ecco che ci andrò io, da sola. Una specie di nemesi, no?
Aiutami, Amoremio, ho sempre e continuamente tanto bisogno di Te.

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