venerdì 30 aprile 2010

Un'altra giornata da buttare nella spazzatura.
Oggi ho letto il referto dell'autopsia.
Da quel che capisco, e che vorrei non aver mai saputo, potresti essere ancora qui se solo Ti avessero fatto una coronarografia.
Avrebbero scoperto che il tuo bellissimo cuore, generoso e leale, aveva un problema, un'aterosclerosi coronarica destra; avrebbero potuto curarTi e guarirTi; avrebbero salvato la Tua vita, e anche la mia.
Come pensi che mi senta adesso, Amoremio?
Sto male, male come credevo non fosse possibile stare.
Ma scopro ogni giorno un dolore nuovo, o un nuovo modo di vivere il dolore.
Sono fuori di me dalla rabbia.
Sono fuori di me dalla disperazione di sapere che forse no, non era ancora il Tuo momento, qualcuno l'ha anticipato.
O forse sì, era il Tuo momento, e tutto - tutti - hanno concorso per farlo arrivare.
Ho davanti la Tua foto, mentre le dita corrono veloci sulla tastiera; la Tua testa contro la mia, il Tuo sorriso, il Tuo sguardo ...
posso accettare che non li rivedrò più per colpa di un medico che non ti ha curato come doveva?
Posso pensare che quel coglione aprirà il suo studio come l'ha aperto per tutti questi interminabili 92 giorni e visiterà altri pazienti, e tornerà dalla sua famiglia, e andrà a giocare a tennis, e organizzerà le sue vacanze, mentre Tu non potrai fare più niente?
Posso pensare che Tu te ne sei andato perchè lui non ti ha prescritto tutti gli esami necessari?
Sì, che lo posso pensare ma non so come farò ad accettarlo.
Già è così faticoso accettare il destino, quando è veramente tale, e tu sbatti contro un muro duro e alto e ti chiedi cos'è e ti rispondono "era il destino", ma quando ti prende il dubbio che forse non è stato il destino a portarTi via, ma l'incuria e la leggerezza di un medico, diventi matta.
Non un medico generico, ma un cardiologo. Un dottore che ha in mano la vita delle persone, che ne controlla le funzioni vitali, che per un sì o per un no, può cambiare la vita di molti.
Amore, niente e nessuno Ti riporterà indietro.
Un Tuo amico, sentendomi disperata, mi ha detto "o apriamo una guerra al dottore, o ci dobbiamo mettere una pietra sopra".
Ce l'abbiamo già messa una pietra sopra, un bel lastrone di marmo nero.
Con sopra la Tua foto, e i fiori che Ti porto ogni volta che vengo a trovarTi.
Ma non è che Tu dovresti essere, Tesoro.
E' qui: con me, con i Tuoi amici, con la Tua famiglia, con il Tuo lavoro.
on tutti i progetti che speravi di realizzare. Con quei sogni che volevi far diventare realtà. Con me, insieme.
Ti abbraccio forte, Amoremio, così forte da farTi male.
Quando mi chiedevi "abbracciami", io Ti rispondevo "forte?" e Tu "sì, fortissimo, da farmi male".

1 commento:

  1. mia cara amica...mi si stringe il cuore nel leggerti...purtroppo i "se" e i "ma" non ci riportano indietro nessuno.Anch'io spesso m'interrogo su tante cose....e in quei momenti la rabbia prende il sopravvento, ma è solo quella ad emergere.....mio figlio resta sempre lì....in quel posto....sotto una lastra di marmo.Quello che ci resta da fare, purtroppo è amarli con il pensiero e tenerli sempre nel nostro cuore, è straziante....lo so, ma non ci resta altro.Ti sono sempre vicina con il pensiero....perchè ho imparato a volerti bene...proprio per questa tua capacità di amare il tuo uomo infinitamente.t.v.b.

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