domenica 23 dicembre 2012

Ad un mese esatto dal mio ultimo post, oggi che sarebbe il compleanno del mio papà, torno a scriverTi. A nessuno ho il coraggio di dire quanto mi manchi, e ancor di più, proprio in questo Natale che sarà così pieno del tuo piccolo omonimo. La sua sola presenza dovrebbe magicamente compensarmi della Tua assenza, è questo che pensano gli *altri*; è implicito nei loro discorsi, è esplicito nelle loro parole *dai, quest'anno c'è il Bimbo, sarà un Natale meraviglioso*.
Sarà un Natale nuovo, diverso, speciale, questo sì.
Ma quel vuoto non sarà riempito, per assurdo sarà reso ancora più acuto.
Chi mi aveva avvisata - vedrai, tornerai a gioire, ma ci sarà sempre una sorta di velo tra te e la gioia piena - aveva ragione. Mi vergogno, talvolta, di non saper coprire quel *buco* lasciato da Te con il sorriso del Piccolo Carlo, con le sue manine che afferrano le mie, con la tenerezza di un suo bacio. Provo emozioni contrastanti e Tu le conosci tutte.
Nulla e nessuno riempirà mai la Tua mancanza, resa così acuta proprio nel momento in cui il cuore si spalanca alla gioia più semplice.
Ma tutto deve rimanere dentro di me, e voglio che tutto rimanga dentro di me.
Più che mai gelosa di Te, di Noi, dei sentimenti che continuano a legarci a distanza; gelosa di quel che provo, e che solo Tu puoi sapere, vedere, capire.

venerdì 23 novembre 2012

Tempo dopo ...

Non guardo nemmeno la data dell'ultima volta che Ti ho scritto. So che è molto tempo fa, ma non è cambiato nulla, di me, in me, lo sai.
Che è arrivato il tuo nipotino, lo sai. Ce l'hai portato Tu, con quelle Tue grandi mani e l'hai depositato qui, bello come un bocciolo, spero tanto abbia qualcosa di Te, del tuo carattere. Per ora, ha un accenno di fossetta sul mento, mi piace pensare che gli hai lasciato l'impronta del tuo pollice mentre lo guardavi e prima di consegnarlo a noi ...
Da giorni ormai, la Tua presenza si fa sentire più forte e nitida.
Ogni volta che mi chino sul quel piccolo viso, che mi tuffo in quei grandi occhi, che bacio le sue guance, mi sembra di avvicinarmi un po' a Te .... Lui, ne sono certa, viene dallo stesso mondo in cui Tu sei tornato, lo stesso dove prima o poi ci incontreremo ancora.
Stasera ho tirato fuori dal cassetto della scrivania il tuo cellulare, l'ultimo che ti regalai, Natale 2009.
Non sono mai riuscita ad accenderlo; ok, sono un'imbranata, ma hai capito cosa intendo vero?
Mi sono accontentata di sfiorarlo tante volte, toccare i piccoli tasti che tanto ti facevano dannare per scrivere un sms, e pensare che stavo toccando le tue impronte.
Stasera mi son detta *lo prendo e lo uso, il mio sta tirando le cuoia, perchè no?*
E così l'ho messo in carica, e quando il display si è illuminato e ho potuto, voluto, guardarci dentro, sono andata lì: ultime telefonate. La mia del 24 gennaio 2010 alle 19,44; la tua del 24 gennaio 2010 alle 20,13. Erano proprio le ultime telefonate, Amoremio.
E poi, ho scorso i messaggi inviati, quelli ricevuti .... ci sono ancora tutti quelli di buon natale e buon anno, i tuoi amici che ti auguravano un 2010 pieno di successi, felice, sempre col vento in poppa. I miei per dirti *mi comperi un'altra ghirlanda di luci prima di tornare a casa?* e la tua risposta *un'altra?!?! che faccia tosta, non hai nemmeno il coraggio di telefonarmi *... e ancora * dove sei?* e Tu* qui* ... e poi ti avevo sentito entrare .... e ancora *non chiamarmi proprio adesso, sto entrando in doccia!!!* e Tu *e invece ti chiamo proprio adesso, così mi aspetti ...*  ................... dove sei? vorrei tanto sentirti dire *qui* e trovarti *qui*.  Anche un sms di Sarah *evviva, ho trovato il regalo che vorrebbe mamma, te ne parlo domani ...*
Poi ho scorso la rubrica. Michele Lupo, Maggioni Capitano, Biassa lo scemo .... i soprannomi tante volte sentiti. I tuoi appuntamenti di lavoro. Nell'agenda 2010 ce n'erano 4 per il 25 gennaio, non ci sei mai andato. E tutti i giorni della nostre ultime vacanze segnati con un grandissima X, e poi il 27 dovevamo andare a vedere la tua nuova macchina.
Per fartela breve, ho spento il cellulare, ho staccato il carica-batteria, l'ho rimesso nel cassetto. Non potrei cancellare nulla, non potrei usarlo mai. Ogni volta che tornerò a guardarci dentro, avrò la folle dolce struggente sensazione che Tu sei qui, in una stanza, e mi vieni alle spalle all'improvviso mentre sbircio ...

sabato 26 maggio 2012

Dopo quasi un mese e mezzo, torno a scriverti qui.
È stato un mese e mezzo in cui, se possibile, ho sentito ancora più forte e densa la Tua mancanza. Stavo per scrivere "assenza*, ma la parola giusta è mancanza. Tu ci sei, Amoremio, sei profondamente nelle pieghe della mia vita, in questo tessuto che, come una novella Penelope, tesso ogni giorno e basta un nulla per disfarlo tutto. Ritrovandomi quasi al punto di partenza. Mi manchi e Ti rivedo continuamente. In sfumature di voci, in piccoli insignificanti gesti, in un uomo che guida tenendo il braccio appoggiato al finestrino, nell'andatura di una persona ... piccoli frammenti di Te, sparpagliati in giro, acciuffati con questi miei occhi che indagano e cercano, e dopo 28 mesi ancora Ti cercano.
Ricordi a mazzi, che si accavallano, uno richiama l'altro, si sgranano e si dilatano, nel tempo e nella memoria che mai difetta quando riguarda Te, Noi.
Ti abbraccio con la mente, col cuore, con le mani che ancora riescono a sentire la Tua pelle. Ti osservo in una foto, in un primo piano del Tuo viso, e riesco a ritrovare intatta la sensazione di quella tua barba morbida e appena accennata sotto le mie dita; a seguire i Tuoi lineamenti col il palmo aperto; a sorriderti come quando lo potevo fare davvero.
Ricordi legati a questa stagione. Alle nostre fughe per qualche giorno, in incognito, al mare quasi sempre. Alla macchina caricata frettolosamente e che ci portava via. Alla sacca da viaggio con dentro poche cose e ad un itinerario già collaudato o tutto da scoprire. Le nostre chiacchierate in macchina, con la luce del giorno che andava a infilarsi nel buio della notte e dentro quell'abitacolo c'era il fumo delle nostre sigarette, la radio in sottofondo, le risate per un nonnulla, la mia mano appoggiata sulla Tua gamba, o la Tua che veniva a cercare la mia. Dove ti porto? mi chiedevi. Chi se ne frega, ti rispondevo. Dove vuoi, per me va bene dovunque. Ed era vero. Non m'importava nulla della mèta, l'importante era il tempo con Te. Quella sera a Varazze, arrivare alla marina e trovarla piena di luci. O quella mattina a Monterosso, a fare colazione in spiaggia, brioche a cappuccino con i piedi nell'acqua. O quel pomeriggio a Torbole, a fare surf piegandoci come canne al vento. Bastava vederTi per essere felici. Come un bambino che ha riacquistato il suo territorio, Ti immergevi col viso nel vento, riempivi tutto il panorama. Eri imponente. Eri dovunque guardassi. Eri lì, e pensavo che sempre lì, davanti agli occhi, Ti avrei avuto.

domenica 15 aprile 2012

Ciao Amoremio.
Tu che riesci a vedermi fino in fondo, persino dove non riesco a vedermi io; Tu che con un abbraccio o uno sguardo riuscivi a fugare dubbi e paure; Tu che bastava la tua sola presenza per darmi forza; Tu che chissà dove sei, da dove mi stai seguendo, e cosa stai pensando di me; Tu che sei qui, ovunque mi giro, eppure non riesco ad afferrarti; Tu che mi manchi a letto, a tavola, sul divano, in macchina, al mio fianco, ad un passo da me, nella vita; Tu che senti tutto il mio dolore, e questa scomposta ricerca di darmi un senso, di trovare uno spunto, di aggrapparmi a qualcosa, e soprattutto a me stessa; Tu che non esci mai dalla testa, nemmeno un attimo nemmeno quando penso di non pensarti, che batti insieme al mio cuore; Tu che più ti allontani nel tempo e più sei vicino a ciò che è stato; Tu che hai rappresentato la stagione felice; Tu che sei stato una sera a Trastevere, un gelato a place Vendôme, il risveglio all'isola dei Cervi, il bagno di notte alla white bay ad Aruba, un temporale a Praga, un bisticcio sulla strada per Gressoney, tante risate dovunque ......... Tu, Amoremio, Tu.

giovedì 29 marzo 2012

http://www.youtube.com/watch?v=goyetj3SzKk


Tu che sei parte di me
Tu che fai parte di me
fuori una notte intera
e Tu che mi riporti a casa.

domenica 18 marzo 2012

Arisa - La notte (testo)



Ti ho sognato, un frammento di sogno.
Stavo strappando delle erbacce dall'aiuola ai piedi della scala che porta in casa; ero chinata, ad un tratto ho visto i tuoi piedi, con quegli scarponcini di camoscio chiaro e i pantaloni beige; il tempo di alzare la testa, anzi, nemmeno l'ho alzata, perchè stavo ancora chiedendomi se eri proprio Tu, se eri tornato a casa, e ho sentito nitidissima la tua voce inconfondibile che pronunciava "Chiara". in millesimi di secondo, ho fatto in tempo a pensare *allora è proprio Lui, è tornato, ma come mai mi chiama Chiara? è arrabbiato? no, non sembra affatto arrabbiato, e anzi, non sto sognando, è proprio Lui che mi chiama per svegliarmi* e infatti mi sono svegliata convinta che Tu fossi accanto a me, che mi stessi svegliando, e sorpresa di non trovarti nel letto o in piedi, e vestito di tutto punto. Sorpresa di non vederti, Tu che mi avevi appena chiamata.

sabato 3 marzo 2012

Anche stanotte, l'incubo degli incubi.
Tu che mi lasci, per un malinteso, mi avevi vista baciare un altro uomo, nemmeno il tempo di spiegarti chi fosse e avevi chiuso ogni porta. Nessuna possibilità di recuperare perchè Tu, come me, non sopportavi attentati alla Tua fiducia, che era sempre grande; lo sapevo, e proprio per questo, più di una volta ero incorsa nel rischio di ferirti o farti arrabbiare, ma ti avevo sempre raccontato tutto, anche di quell'uomo conosciuto mentre Tu ed io eravamo amici e che si era stupidamente illuso di avere il mio amore. Divertente prima e poi  minaccioso, che mi mandava mails ed sms ambigui, che pretendeva di essere ricambiato, che Tu - ad un certo punto - avevi affrontato da part tuo.
E io non potevo nemmeno vederti, sentirti, ne morivo a poco a poco.
Poi un'amica, mossa a pietà, mi aveva fatto ascoltare la registrazione di una telefonata tra Te e d un amico, e avevo sentito di nuovo la Tua risata profonda, di gola, così spontanea e irrefrenabile. Quella risata che quando riuscivo a strapparti, con uno scherzo o una buffonata, mi riempiva il cuore, mi dava un senso di intimità meraviglioso e inviolabile.
Quando, nel sonno, stavo davvero per  soccombere alla disperazione, o forse perchè ero già arrivata all'acme della disperazione, mi sono svegliata, ed ho ringraziato Dio che Tu non mi avessi lasciata per quel motivo.
Oggi Ti amo infinitamente, come sempre, per sempre.

sabato 25 febbraio 2012

e quando provi a far capire quanta desolazione hai nel cuore, non trovi le parole. e quelle che trovi non rendono che in minima parte l'idea. Nemmeno tu riesci a dirti quanto ti manca quell'Uomo, ma lo senti, quanto ti manca. ci affondi le mani in quella mancanza, per vedere se alla fine qualcosa trovi, ma non c'è, Lui non c'è. Io vorrei, ma non c'è.
Mi sveglio sempre uguale, comincio a vivere.
Poi Ti vedo tra le cose, è difficile.
Io Ti cercherò in ogni battito.
Ti ritroverò tra il primo e l'ultimo.

Mia Martini almeno tu nell'universo

qQ

quanto mi manchi.
quanto brilla la Tua assenza.
quanto vorrei averTi di fronte
e appoggiarmi a Te.
un Sole che splende per me soltanto
Tu che sei così diverso
da tutto, da tutti.
Oggi sei di nuovo un pugno nello stomaco
e un diamante in mezzo al cuore

lunedì 13 febbraio 2012

forever venditti



magari lo sguardo trovasse sempre ciò che cerca il cuore.
ma mi rifugio da Te, sempre.
e trovo rifugio in Te, sempre.
Tu, l'unico assente, eppure cosi terribilmente presente.
Le uniche mani che non stringo e che sento dentro le mie.
Io ti amo per sempre. Io ti cerco per sempre.

sabato 11 febbraio 2012

Arriverà quel Bimbo o quella Bimba che aspettavi.
Non sono diventato papà, dicevi, diventerò direttamente nonno.
Si chiamerà Lorenzo Carlo o Chiara Carla.
L'hanno deciso i ragazzi, e mi hanno dato una gioia in più.
L'avresti coccolato, l'avresti portato con Te, in barca allo stadio in bicicletta a correre ad osservare gli animali; saresti stato un ottimo compagno di giochi; ti saresti divertito divertendo. Avrebbe imparato a vivere intensamente, perchè solo così Tu sapevi vivere. Ho immaginato tante volte una piccola mano nella tua grande e sicura. Gli occhi di un bambino seduto sulle tue ginocchia.
Quanto mi spiace che Tu non possa avere questa gioia.
Quante volte avevo immaginato quando ce lo saremmo portato in viaggio con noi.
Con una nonna mezza matta e un nonno solo apparentemente meno matto.
Amoremio .... comincia già da ora a proteggerlo/a.

giovedì 9 febbraio 2012

Gocce di memoria - Giorgia




Connessi, ecco com'eravamo Tu ed io. Connessi.

Buonanotte Amoremio

EROS RAMAZZOTTi STELLA GEMELLA

mercoledì 8 febbraio 2012

Le delusioni, mai conosciute con Te.
Le amarezze, mai avute da Te.
Le brutte sorprese, mai ricevute da Te.

E quando ci sbatto il muso, m'incattivisco. Sai quanto posso essere gelida e impietosa; quanto il mio cuore possa gelarsi davanti alla cattiveria, all'arroganza, alla superbia, alla meschinità.
Avevo un solido compagno, in Te. altrettanto severo e implacabile davanti a questi abissi del cuore.
Ora mi sembra di essere sola anche a combattere questi ostacoli, e non ho Te a consolarmi.

lunedì 6 febbraio 2012

e questi Tuoi occhi. attenti a tutto, e a tutti. apparentemente altrove ma capaci di cogliere una sfumatura, un'espressione, un gesto, una mossa. capaci di guardare dentro, la dove non arrivano nè parole nè carezze e di lasciare un segno per sempre. quel tuo sguardo attento, sornione, furbo, allusivo, dolce, severo, appassionato, allegro, ingenuo, infantile, consapevole, temerario; con quello sguardo sfidavi e accarezzavi, lambivi ogni parte di me. a tutto potevo tener testa, ma non ai tuoi occhi che non lasciavano scampo, non davano vie di fughe, chiedevano e ottenevano senza che Tu dicessi una parola, senza mai alzare la voce, senza imporre, senza ricattare. Perchè specchiarsi nei tuoi occhi era toccarti e toccarsi, era parlarsi, era * ti so* ......... Ti amo, Amoremio

domenica 5 febbraio 2012

ecco, adesso le ho tutte, adesso sono più tranquilla e posso andare a dormire.
quanto mi manca poterti baciare tutte le sere, sul display dov'era questa foto!

dormi bene, Amoremio, proteggimi sempre.
Ti guardo e ancora sento quel sapore dolce, quel gusto di labbra morbide, e quell'odore di Te.
il Tuo sorriso sbilenco.
Lo adoravo.
Ti si vede poco, ma ti intuisco, stavi ridendo di me, della mia imperizia, dei miei continui "spostati, un po' più in là, no, meno ..." e poi il risultato fu questo. era una bellissima mattina di maggio, stavamo per andare a Varazze, la tua barca, i nostri amici, 4 giorni per noi. Quanti secoli sono passati da allora?
la tua buffa e affascinante fossetta sul mento, quella ti mordevo per farti ridere.
la tua meravigliosa indimenticabile bocca.
fa un freddo terribile, Amoremio, quel freddo secco e pungente che tu amavi, che conoscevi bene quando andavi per mare in giornate che solo i veri amanti potevano apprezzare. Mi manchi da togliermi il fiato, come questo vento gelido.

martedì 31 gennaio 2012

Oggi pomeriggio, mentre stavo cucinando e ogni tanto alzavo gli occhi per guardare tutta quella bella neve che scendeva lenta e andava a coprire il giardino, sono riuscita ad immaginarti che tornavi a casa e trovavi i dolci che ti piacciono tanto; saresti entrato, e ancora col piumino addosso, saresti venuto a baciarmi, e poi a rubare qualche dolce dal piatto, io ti avrei sgridato, tutti e due avremmo riso, i mici attorno alle gambe, un buon profumo di cibo in casa, fuori il mondo.
Ci sono riuscita proprio bene, Amoremio, tanto bene che per un attimo sono stata felice.

mercoledì 25 gennaio 2012

Ecco, un altro 24 gennaio è passato.
È stato esattamente come temevo e mi aspettavo.
La chiesa gremita, i tuoi amici venuti anche da lontano, la tua famiglia ed io nel primo banco, davanti all'altare, e il mio sguardo fisso in quel punto dove, 2 anni fa, c'era la tua bara.
Ripercorrevo ossessivamente le ore di allora, e tornano vivide e dolorose come non mai.
Io che non riesco, ancora oggi, a crederti morto, io che non riesco a vederti come ti ho visto per l'ultima volta, gelido e immobile, io che ho rimosso tutto di quel pomeriggio freddissimo di gennaio, ieri rivivevo tutto. I fiori, la musica, le parole del tuo amico don, la folla intorno a me, la mia lettera per Te letta da Betty, i volti stravolti, le mani tese per accarezzarti ancora, il silenzio irreale mentre ti accompagnavamo a raggiungere i tuoi nonni e il tuo papà. Tutto ritornava, come in un filmino mai visto eppure conosciuto a memoria. Sentire il tuo nome, il tuo caro nome "siamo qui a pregare per l'anima del nostro fratello Carlo", e non voler credere che pregavamo per Te, Amoremio. Intorno, i volti familiari dei tuoi tanti amici, dei tuoi parenti, delle tante persone che hanno avuto il privilegio di incrociare la tua strada, per poco o per tanto. Tutti lì per Te, ancora una volta; e tutti ancora increduli. La Tua presenza era così tangibile, e forte, e prepotente; sovrastava tutti noi, Ti sentivamo. Ci sembrava Tu dovessi entrare da un momento all'altro. Come sempre, quando vedo tutti quegli uomini, che sono stati ragazzi con Te, che con Te sono diventati tali, vorrei rubare a ciuscuno di loro ogni più piccolo ricordo di Te, ricostruirti pezzo per pezzo, conoscerti quand'eri così lontano dalla mia vita, ogni frammento, anche il più piccolo, mi è infinitamente caro e prezioso. Ma nei loro racconti, che mai mancano proprio per il gran bisogno di tutti noi di riportarti a noi, vedo già l'Uomo che saresti diventato, anche quand'eri un ragazzino, poi un giovanotto ... quei valori e  quella personalità che mai hai tradito, che avevano fatto di Te un essere degno di stima, di ammirazione e di amore.
Mi manchi inesorabilmente, oggi è stato come svegliarsi dopo il 24 gennaio 2010; oggi mi chiedo spesso come farò, senza di Te.

venerdì 20 gennaio 2012

Stamattina, pochi minuti prima di svegliarmi, Ti ho sognato.
Ero in una grande casa, immersa nella penombra; ti stavo cercando, sapevo che eri lì, ma tutti (eppure non vedevo nessuno) volevano convincermi che Tu non c'eri, che era inutile cercarti, te n'eri già andato. Alla fine, dopo aver girato per corridoi e stanze, mi stavo quasi rassegnando ad andarmene, quando, poco prima di aprire la porta d'uscita, ho avuto come un impulso a tentare ancora e mi sono diretta sicura verso una camera, facendo attenzione che nessuno mi vedesse. Ho socchiuso la porta, anche la camera era in penombra, con le imposte chiuse, ma ti ho visto subito, eri a letto, e stavi dormendo a pancia in giù, abbracciato al cuscino come dormivi sempre, e con il viso rivolto verso me. Avevi addosso quel maglione norvegese blu che a me piaceva tanto, ed eri coperto fino alle spalle. Mi sono avvicinata piano piano, per non svegliarti, col cuore che mi scoppiava dalla felicità di averti trovato. Volevo osservarti bene, imprimermi negli occhi il tuo viso sereno, quei lineamenti scolpiti, stare semplicemente a guardarti, ma quando sono stata a pochi centimetri dal tuo viso, Tu, sempre con gli occhi chiusi e facendomi appena un sorriso - quasi irridente come a dirmi "non ti sei lasciata convincere, tanto hai fatto che mi hai trovato" - mi hai detto "ciao Amore" con quella tua voce bassa, profonda, impastata di sonno, e io ti ho fatto una carezza leggere e ti ho detto "ciao Amoremio, dormi, io sono qui". E poi ho aperto gli occhi. Ciao Amoremio, io sono sempre qui. Con Te e per Te.

martedì 17 gennaio 2012

back to black (lyrics) - amy winehouse

Più si avvicina quella data, più mi prende il cuore l'idea che te ne sei andato.

giovedì 12 gennaio 2012

Buongiorno Amoremio. devo raccontarti subito subito il sogno di stanotte.

Allora, Tu ed io ci conoscevamo da un po' - mi sembra di ricordare un mesetto - ed eravamo proprio nella fase del corteggiamento/innamoramento. Non so perchè, nel sogno si riproponeva continuamente la scena di noi seduti al tavolo di un ristorantino, un locale semplice, sembrava quasi un rifugio di montagna. Ricordo le piccole finestre di legno, con le tendine, e una specie di ripiano su cui erano poggiate delle carte da gioco. Dunque, noi due seduti, che ci tenevamo le mani sopra la tavola, aspettando di mangiare; grandi sorrisi, parole sussurrate, sguardi. E così tutti i giorni. Poi, un giorno, sono arrivata, Tu non c'eri, mi sono seduta al nostro solito tavolo e ti ho aspettato, prima impaziente, poi un po' arrabbiata e alla fine preoccupata. Continuavo a guardarmi attorno, a fissare la porta sperando di vederti entrare, ma Tu non arrivavi mai. Ad un certo punto, sono uscita dal ristorante, mi è venuto incontro un tuo amico (ma non ricordo chi fosse) e mi ha detto "non aspettare, Carlo mi ha detto che non viene più". Io lo guardavo e non capivo, non volevo capire. Gli ho risposto "come sarebbe che non viene più? non ci credo. e poi me lo avrebbe detto Lui personalmente, non avrebbe mai mandato te a dirmelo, non è da Lui". Ti conoscevo da poco - un mese, ricordi? - ma già sapevo com'eri fatto, come avresti agito, di cosa non saresti mai stato capace. Il tuo amico mi guardava, con dolcezza e con una pena negli occhi, e quello sguardo mi convinceva più delle sue parole: davvero non saresti più venuto allora! ma perchè non avvisarmi? perchè lasciarmi lì ad aspettarti? perchè??? L'evidenza parlava, eppure no, non ci credevo che Tu fossi sparito da un giorno all'altro, senza darmi modo di capire che era finita, che non saresti più tornato, che non dovevo più aspettarti. Tutto dentro di me si ribellava a quel pensiero, tutto dentro di me rifiutava l'idea che Tu non fossi quello che cominciavo ad amare con tutto il cuore, tutto dentro di me si rifiutava di crederti diverso da come sapevo Tu eri veramente. Ricordo la mia infinita desolazione, l'amarezza, il senso di smarrimento, come se il mondo si fosse capovolto e non potessi fare nulla per raddrizzarlo. Ma alla fine, dovetti ammettere che Tu non saresti più venuto.
Nella scena successiva, io sono a letto, sto male, non voglio più svegliarmi, non voglio riprendere contatto con la realtà. Entra un uomo nella mia stanza, va verso la finestra e mentre apre le imposte per far entrare la luce del giorno, socchiudo gli occhi, lo vedo: è molto alto, vestito di chiaro, si sporge per aprire la persiana, è di profilo e sul suo viso, prima che scompaia al mio sguardo, faccio in tempo a vedere il tuo sorriso sbilenco, con l'angolo della bocca, accompagnato sempre da quello sguardo birichino; lo vedo e sorrido, perchè sei tornato, sei Tu, lì con me, di nuovo e ancora. E allora penso che avevo solo fatto un brutto sogno, che Tu non avevi mai avuto intenzione di sparire all'improvviso, infatti ora sei nella camera e stai aprendo le finestre per farmi svegliare, per farmi tornare alla realtà. Su quel tuo sorriso adorato, sulla mia felicità, sul tuo viso che improvvisamente non vedo più, stavolta apro davvero gli occhi, e come sempre ci metto un attimo a capire dov'è la realtà e dove il sogno.
Ti amo, sorriso mio!

martedì 10 gennaio 2012

Se è vero che ci sei Biagio Antonacci



ti amo Amoremio .... cosa darei per riaverti un momento, il tempo di un bacio o di uno sguardo ...

sabato 7 gennaio 2012

..e ogni sera, quando chiudo le imposte, e scorgo l'ultima luce del giorno, alzo gli occhi e mi chiedo *dove sei?*
dietro quella linea d'orizzonte rosso fuoco?
nascosto tra quelle due nuvole lattiginose?
sulla cima della montagna che svetta in lontananza?
o in quella stella sentinella che brilla sopra la testa?

Dove sei? dove sei andato? dove ti muovi? dove respiri?
e perchè mi hai lasciata qui a cercarti, ancora, sempre, tra la gente che incontro?
perchè non m'insegni ad accettare che non ti vedrò più sopra le altre teste? che non sbucherai più da una strada? che non entrerò più in un posto qualsiasi sapendo di trovarti?
Buonanotte Amoremio
un'altra notte senza Te
un altro risveglio senza Te
e un giorno intero senza Te
e poi un'altra settimana, un altro mese, un altro anno senza Te.
Sono passati troppi giorni senza Te
ed invece di abituarmici almeno un po'
è tutto ancora più difficile.
E solo Tu mi capivi senza parole
solo con Te bastava uno sguardo
e sempre di più mi accorgo
che con Te se n'è andato il mio mondo.
Un mondo di gesti, intese, colori, passioni, progetti, battiti, pensieri, fantasie, certezze.

Buonanotte Amoremio.