sabato 3 dicembre 2011

Sono di nuovo e ancora giorni cupi. Mi riempio di mille cose da fare, a cui pensare, e su cui buttare questo cuore. Ma è passato troppo, davvero troppo, tempo,dal nostro ultimo abbraccio, dalla tua ultima risata, dal tuo ultimo ritorno. Quando ho così bisogno di Te da non sapere dove sbattere la testa, vengo a cercarti nei ricordi, in quegli attimi incisi nella memoria del cuore, e ci riesco così bene che riassaporo il buon gusto della felicità con Te. Riesco così intensamenti a ricreare quel momento perfetto, che per un po' la testa trova pace, il cuore torna a battere regolarmente, come dopo una gran corsa o un grande spavento. Ti sogno ancora, e sono sempre sogni così lucidi e veri; ti sognano anche altre persone e poi me ne parlano; spesso nei loro sogni ci sono anch'io, come se fossimo inseparabili anche lì. E quando uno dei tuoi nipotini prende una mia telefonata e li sento gridare *mamma vieni, c'è la Chiara di Ape* mi scappa un sorriso e mi salta un battito. Chiara di Ape. Sono sempre la tua Chiara, la tua Ciaia; e Tu continui ad essere il mio Regalo. Ogni stagione, e ormai ho fatto 2 volte il giro di tutte le stagioni senza Te, porta l'impronta dei nostri piccoli rituali; questo era il periodo in cui pensavamo alle vacanze del dopo-feste; Tu arrivavi stanchissimo a fine anno, e ultimamente mi ripetevi *è che mi piace 'sto lavoro, ma voglio riuscire a staccare un po' ...*; come al solito, non eri capace di mezze misure, e quando hai staccato l'hai fatto per sempre. Non erano questi i nostri patti, Amoremio, non era questo che avevamo in mente per noi ... quella casetta in riva al mare te la ricordi? e la tua barca? e il nostro giro intorno al mondo? e i tanti libri da leggere e ancora lì, nuovi di zecca? e le giornate a zonzo in qualche angolo di mondo? e il casale da ristrutturare e in cui poter prendere tanti cagnoni? e lì aspettare i nostri giorni? ho imparato a non pensarci più, a non pensarci così tanto; perchè da qualche parte, e in qualche modo, bisogna trovare un po' di pace; non ci si può fare del male ad ogni odore, profumo, rumore, frase, richiamo, nome, ricordo .... dopo un po', ti devi mettere in salvo. Per mesi ho aspettato di sentire ancora il suono del tuo clacson che mi diceva *sono arrivato* prima di entrare nel box; per mesi ho lasciato la luce accesa in entrata; per mesi ho creduto di sentire la chiave che gira nella serratura, e per mesi ho aperto gli occhi sorpresa di non trovarti accanto a me nel letto. Non ci si abitua mai al dolore, ma la vita insegna - ogni giorno - che il dolore fa parte della commedia che recitiamo e allora ti adegui, e impari a conviverci. Riesco a stare in mezzo alla gente estraniandomi ogni tanto e senza che nessuno se ne accorga; riesco a ridere di una battuta o di una scena buffa; riesco a godere della buona compgnia e di una piccola soddisfazione. Ma non riesco a pensarmi senza Te. Nei momenti in cui mi sembra che il muro si alzi ancora di una spanna, penso intensamente al tuo profumo quando mi abbracciavi ed ero contro il tuo petto, e ti annusavo. Penso a quanto facilmente riuscivi a convincermi che tutto sarebbe andato bene, e con quanta serenità e fiducia ti credevo. Natale non sarâ mai più Natale. Osservo chi lo aspetta, chi lo preparara, chi lo vive provando un misto di disgusto e di ammirazione: come si fa a trovare ancora la voglia di ripetere gesti e situazioni ormai  così privi di significato e di senso? eppure, tutti hanno una buona scusa per festeggiare, almeno a Natale. Sei una luce sempre davanti a me, qualche volta laggiù - in fondo in fondo - qualche volta così vicina che mi sembra di toccarla, ma la vedo sempre. Tu non smettere mai di illuminarmi.

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