giovedì 24 gennaio 2013

Il TERZO anniversario, e a volte mi sembra la TERZA eternità che Te ne sei andato.
Come sempre, c'erano tutti. la chiesa gremita, i tuoi amici che arrivano insieme, alla spicciolata, qualcuno entra a messa già iniziata, si dispongono in una sorta di ordine che solo loro sanno. Più uomini che donne, so che dopo vanno a mangiare insieme *perchè Ape avrebbe voluto così*. Io davanti, con tua madre e Betty, dietro tutti gli altri, non mi giro, non guardo nessuno, tengo gli occhi fissi lì, solo al momento dello scambio del segno di pace mi volto e vedo una massa di visi, qualcuno mi sorride timidamente. C'è un padre anziano che celebra, ti nomina molte volte, ma la cosa più bella la dice alla fine della messa, come una chiosa che nulla c'entra col rito * non vi conosco e non conoscevo il vostro caro Carlo, ma a giudicare dalle tante persone qui presenti, devo credere che sia stato un uomo molto amato e che ha distribuito molto amore, tanta consolazione*. Che strana parola, eppure così perfetta: tanta consolazione. Sapevi davvero consolare, confortare, rasserenare, far sentire sicuri coloro che si rivolgevano a Te. Sapevi far sentire importante chi aveva il privilegio di conoscerti e di entrare nel tuo cuore. Sapevi attirarti l'ammirazione e l'affetto con la più grande naturalezza,  era davvero impossibile non volerti bene. E come sempre, lì, in mezzo ai tuoi tanti amici, ai tuoi famigliari, mi sono sentita infinitamente orgogliosa di essere stata la Tua donna, di aver goduto del tuo amore, di sapermi benvoluta per il bene che ti ho voluto e che è la sola cosa che per loro conta. Ogni anno, insieme allo stordimento di questo giorno, ritorno a casa con la consapevolezza del Regalo che Tu sei stato. Vedo il Tuo sorriso dovunque, anche stasera ti ho sentito insieme a noi, sopra di noi, nel tuo abbraccio forte e protettivo. Ti amo, Amoremio.

domenica 13 gennaio 2013

Si avvicina a grandi passi, come un animale feroce che verrà a ghermirmi, il terzo anniversario. Lo vivo così: come un continuo flash-back tra ciò che oggi so, che so da 3 anni, e ciò che allora non potevo nemmeno lontanamente immaginare. Il 13 gennaio 2010 eravamo andati a Varazze, a vedere la barca, dovevi comperare delle scotte nuove, e io volevo cambiare i cuscini della dinette. C'era un mare magnifico, il mare d'inverno: color acciaio e cobalto, alla marina poca gente, qualche armatore era arrivato fin lì in bicicletta, sulla barca al pozzo 23 stavano sistemando il boma. Abbiamo salutato i pochi pazzi come noi, ad uno di loro hai chiesto *quando la alberi?* e lui *tempo permettendo, a fine mese* e Tu * allora ci si rivede a fine mese ...*  ................ Amoremio, alla fine di quel mese Tu eri già partito per il tuo Grande Viaggio .....
Mi prende male, ogni anno sempre peggio.
Sulla mia bacheca ho scritto *la parte difficile non è dimenticare il passato; la parte difficile è dimenticare il futuro che avevi (avevamo) immaginato.* Ma per me, i due tempi - passato e futuro - si fondono in un unico tempo: il presente senza Te. Ti ho sognato, la scorsa notte, e non è stato un bel sogno. Sono così infelice da non trovare consolazione nemmeno nei sogni.
Si avvicina per tutti noi che ti abbiamo amato il 24, un altro 24 gennaio.
Ci ritroveremo nella solita chiesa che Tu hai frequentato da ragazzo, vicino all'oratorio dei Padri Gesuiti, dove c'è ancora il vecchio padre Alfonso che ti aveva insegnato a riparare la bicicletta. Sarà anche lui sull'altare, come gli anni scorsi, e quando dirà ancora *preghiamo per Carlo, il nostro caro ragazzo* sentiremo nella sua voce la commozione e l'asprezza di un uomo di Dio che, nonostante la sua fede, non capisce - nemmeno lui - perchè non sei più tra noi; non ci dirà parole che non vogliamo sentire, non ci consolerà con frasi tolte da qualche passo del Vangelo: avrà, come noi, gli occhi lucidi e ci regalerà l'infinita tenerezza di quelle parole * ... il nostro caro ragazzo ..*
Il Mio Adorabile Ragazzo.
Il Mio Meraviglioso Uomo.
Questo sei stato e continui ad essere, non solo nei ricordi che, a frotte, mi arrivano addosso; sei cristallizzato in un ricordo unico, onnicomprensivo, che Ti abbraccia tutto e che Ti fa presente.
Si avvicina questo terzo 24 gennaio ed io lo aspetto riandando col pensiero ai nostri ultimi giorni, cercando per l'ennesima volta un segno della catastrofe imminente, ma non lo trovo mai. Resta sempre quel nostro ultimo bacio, a sfiorarci le labbra, mentre tu andavi allo stadio ed io tornavo a casa; resta quel saluto nello specchietto retrovisore; resta la mia occhiata a guardarti prendere il bivio che ti avrebbe fatto sparire alla mia vista. per sempre. ma non lo sapevo.